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      E Musa, risaputolo, mandava incontanente una man di cavalli a percorrere le spiagge; prendere i legni e i marinai campati al naufragio; e condurre gli uni e gli altri nell'arsenale di Tunis(251). Entrato poi l'anno ottantacinque dell'egira (13 gennaio a 31 dicembre 704) Musa bandisce la guerra sacra sul mare; dà voce ch'ei vi andrà in persona; trasceglie i più arrisicati e forti uomini dell'esercito e il fior della nobiltà araba, e li fa montare su l'armata; che niuno ne rimase in terra, al dir dei cronisti. Quando le navi erano in punto di salpare, Musa si fe' recare l'insegna del comando, e inaspettatamente l'annodò alla lancia che tenea in mano Abd-Allah suo figliuolo; affidando alla fortuna del giovane questa che fu la prima impresa navale dei Musulmani d'Affrica, e che addimandossi la spedizione degli illustri, per la chiara fama de' guerrieri che v'andarono. Sbarcarono del settecentoquattro in Sicilia, ove presero una città della quale non sappiamo il nome; ma solo che, scompartito il bottino, toccassero cento dinâr d'oro a ciascuno, che vi si contavano tra novecento o mille uomini(252); onde la somma, aggiuntavi la quinta del principe, torna quasi ad un milione e settecento mila lire(253). Non andò guari che Musa fe' uscir di nuovo l'armata d'Affrica sotto A'iiâsci-ibn-Akhial, il quale irruppe in Siracusa (705), dicono i cronisti arabi, forse nella parte della città che rimaneva in terraferma, ovvero in qualche sobborgo, e tornossene sano e salvo e con gran preda(254).


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Storia dei musulmani in Sicilia
Volume primo
di Michele Amari
F. Le Monnier Firenze
1854 pagine 677

   





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