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      E perchè piangi, tu, che hai ripudiato ogni bene di quaggiù?
      domandollo allora un cittadino fattosi innanzi. E Cosimo a lui: "Altro non m'accora," rispose, "che d'avere studiato indarno. Ho speso la gioventù," continuava, "ad apprendere rettorica, dialettica, morale, fisica, aritmetica, geometria, musica, astronomia, teologia greca e teologia nostrale: ma a che pro, se or debbo morire oscuro, senza che abbia a chi lasciare tal retaggio?" - "Datti pace, o fratello, che ti troverò io gli eredi" replicò il cittadino, ch'era cristiano, facoltoso, grato al califo, e padre del giovanetto Mansur, notissimo poi sotto il nome di San Giovanni Damasceno. E il buon uomo, comperato immantinente il prigione, lo emancipò, e affidògli il figliuolo e un altro fanciullo che avea adottato; i quali felicemente apparavano le dottrine del maestro, e il primo ne salì a quella fama che ognuno sa. Tanto leggiamo nella vita del Damasceno stesa due secoli appresso, sopra certi ricordi arabici(269); e, stralciando gli ornamenti del compilatore, non v'ha ostacolo ad accettare il fatto. Secondo la ragion dei tempi, torna ai primi anni dell'ottavo secolo; ond'ei pare che il monaco Cosimo fosse caduto in man dei Musulmani in Sicilia, forse nella spedizione degli illustri ricordata di sopra; dopo la quale ei sarebbe stato condotto al califo, tra i sessantamila prigioni che gli mandava Musa conquistatore dell'Occidente. Rinforzano tal supposto le frequenti comunicazioni, e potremmo dire la promiscuità che correa tra i monasteri di Sicilia e que' della terraferma independente dai Longobardi, negli ultimi venticinque anni del settimo secolo.


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Storia dei musulmani in Sicilia
Volume primo
di Michele Amari
F. Le Monnier Firenze
1854 pagine 677

   





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