Nè andò guari che compissi anco a nome di San Pietro il terzo fatto, fatale all'Italia quanto il conquisto dei Franchi e quanto la dominazione temporale del papa; dico la creazione dell'imperatore d'occidente: il qual titolo per tanti secoli bastò a tenerci divisi, attirar di qua dalle Alpi le armi straniere, e dar forza al papato e quando gli imperatori patteggiavano per esso, e quando lo combatteano.
L'Italia uscì da questa rivoluzione dell'ottavo secolo divisa nel seguente modo. Tennero il settentrione i Franchi col nome di Regno d'Italia; il papa lo Stato odierno della Chiesa, aggiugnendovi parte della Toscana e altre città, e togliendone Roma con un po' di territorio infino al mare; la quale serbò forme di repubblica, e fu dominata di fatto dai papi e dagli imperatori d'Occidente(270). Rimasero agli imperatori bizantini la Sicilia, la Calabria, Terra d'Otranto e una signoria nominale su le repubbliche sorte nel movimento nazionale di quel secolo, ma non gittatesi nella ribellione papale; come Venezia coi contorni, Napoli e poche altre città della costiera(271). Sopravvisse alla dominazione longobarda lo Stato di Benevento che prendea il resto dell'odierno reame di Napoli; e riconobbesi vassallo di Carlomagno, ma poi si sciolse dall'obbedienza. La Sardegna e la Corsica(272) abbandonate dai Bizantini, infestate dai Musulmani, sperando uscire di briga, si assoggettarono ai novelli re d'Italia; i quali dettero qualche aiuto, poi, non potendo, le lasciarono a lor sorte: e gli abitatori di quelle isole, poveri e valorosi, per due secoli si salvarono dal giogo degli Arabi, non dalle infestagioni, e rimasero privi dell'incivilimento musulmano non men che di quello che si sviluppò in Italia(273).
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