Questo disegno fu abbandonato al pari, perchè Carlomagno non andava di buone gambe alle guerre meridionali, e avea troppe brighe nel mondo e niuna forza navale, e volle rappacificarsi con Irene; donde nacque la falsa voce del matrimonio che si trattasse tra loro(284). Forse Carlomagno avrebbe tentato in migliore occasione la Sicilia, perchè lo veggiamo accogliere in Roma (801) un fuggitivo siciliano, uom di assai nota, Leone Spatario, ch'ei rimandava dieci anni appresso a Niceforo imperatore(285). Ma erano pensieri vaghi e dimenticati tra cose di gravissimo momento. Quegli che non obbliava la Sicilia era il papa. Or col pretesto di farsi mediatore di pace tra i due imperatori d'Oriente e d'Occidente, or di ricomporre le liti religiose che ripullulavano dopo la morte di Irene, o di rivendicare gli infiniti patrimonii di San Pietro, sempre trovava modo di mandare al patrizio di Sicilia alcun suo fidato che spiasse gli umori del paese, gli intendimenti del governo, le novelle della corte di Costantinopoli. E com'avrebbe fatto un ministro di polizia, puntualmente e sommessamente, il papa ne ragguagliava Carlomagno.
Gittano un baleno di luce su coteste pratiche le epistole di papa Leone allo imperatore, date dell'ottocento tredici, quando si temeva in Italia un assalto dei Musulmani. Ritraggiamo da quelle che Carlomagno avea scritto al patrizio, e mandato la lettera per mani del nunzio papale; che il patrizio, in luogo di rispondere allo imperator di Occidente, s'era indirizzato al papa; e che questi, senza dissuggellare la risposta che andava a suo nome, l'avea fatto capitare a Carlomagno; aggiugnendo gli avvisi che ritraea, dal patrizio non già, ma dalla bocca del proprio nunzio.
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