Così veggiamo i Napoletani, sotto il regno di Leone l'Armeno, mandar a cercare in Sicilia un Teoctisto per farlo capitano di loro repubblica(288). Così anco i Siciliani esercitare commerci sì frequenti in Calabria su i confini dello Stato longobardo di Benevento, che le gabelle pagate da loro montavano a grossa somma di danaro(289). Pertanto un novello sforzo dell'impero bizantino avrebbe trovato condizioni assai favorevoli. Ma i due soldati che regnarono successivamente a Costantinopoli, furono distolti da altre cure. Leone l'Armeno si travagliò aspramente in guerra contro i Bulgari (813-815), poi contro i frati iconolatri dell'Impero. Michele il Balbo, che l'uccise, e gli succedette (26 dicembre 820), s'ebbe a difendere da un altro vecchio commilitone, Tommaso di Cappadocia: fattosi gridare imperatore; venuto ad assediare Costantinopoli; e spento a grandissima fatica, dopo tre anni di guerra (823). Tennero dietro a cotesti travagli, lo sbarco dei Musulmani a Creta; le sconfitte degli eserciti bizantini mandativi al racquisto (823-825). Pertanto, non che pensare alla terraferma d'Italia, Michele il Balbo, non valse a reprimere per parecchi anni i movimenti di Sicilia, dei quali si dirà nel seguente libro.
CAPITOLO IX.
Ho differito fin qui a toccare le condizioni interne della Sicilia bizantina, perchè procedettero in parte dalle raccontate vicende dei due continenti tra i quali l'isola è posta. Cominciando la investigazione, dirò, innanzi ogni altra cosa, della schiatta ch'è elemento sì potente nei destini dei popoli.
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