Decisiva la battaglia che sovrastava; poichè trovandosi i Musulmani su la costiera, e avendoli aspettato lungamente il Palata, e ragunato tutte le forze dell'isola, delle due cose dovea seguir l'una, o ch'ei li rituffasse in mare, o che sconfitto da loro lasciasse l'isola senza difese. Capitanava cencinquanta mila uomini, dicono certi cronisti musulmani, per non restar di sotto agli scrittori cristiani che lor n'han fatto uccidere trecentomila da Carlo Martello a Tours: pur senza dubbio l'oste siciliana avanzava molto di numero quella di Ased(445). Saputo che il Palata si fosse venuto a porre in una pianura che prese il nome da lui(446) il cadi usciva in ordinanza da Mazara(447) il quindici luglio(448) e schierò l'oste musulmana a fronte alla greca. Aspettò, secondo il costume degli Arabi(449), la carica de' nemici: tutto solo innanzi le file tenendo in alto il pennon del comando, ripetea sottovoce il capitolo Ja-Sin, il cuor del Corano, come lo chiamò Maometto, lugubre preghiera che suolsi recitare ai moribondi. Così tre secoli appresso stava il gran Saladino nei campi di Siria all'appiccar della zuffa. Ma a vedere un uomo incanutito su i libri e nel fôro incontrar sì securo le lance bizantine, dovea parer miracolo ai guerrieri affricani. Mentre ci tremava il cuore in petto, scrive un di loro per nome Ibn-abi-'l-Fadhl, mentre ci tremava il cuore per Ased, ei fornì tutta la sua prece, e a un tratto volgendosi a noi: "Son questi," disse, "i medesimi Barbari della costiera d'Affrica; i vostri schiavi!
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