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      Questa fine ebbe il prode condottiero siciliano, strascinato dai vizii del governo e del paese a ribellarsi dall'uno, e dar l'altro in preda agli stranieri.
      Ostinandosi con tutto ciò i Musulmani all'assedio, andava a rinforzare la città Teodoto patrizio, testè giunto di Costantinopoli con soldatesche di varie genti, la più parte Alemanni, come porta il manoscritto del Nowairi, ma probabilmente si dee leggere Armeni(481). Sta Castrogiovanni in un piano scabro e inclinato che tronca la vetta d'alto monte, di costa scoscesa da ogni lato, ripida e superba da settentrione molto più che da mezzogiorno: le case sono sparse a gruppi or alto or basso, come ondeggia il suolo del rispianato; ove spiccasi in alto, verso greco, una immane rupe, stagliata intorno intorno, coronata di grosse mura e torrioni, provveduta di scaturigini d'acque, capace di grosso presidio: cittadella che può dirsi inespugnabile, perch'è stata presa rarissime volte(482). Su la rupe sorgea nell'antichità il tempio di Cerere, quasi la Dea da quella cima vegliasse sopra l'isola sua: e quivi i Bizantini avean posto ogni speranza di difesa, afforzando il formidabil sito con gli ingegni di lor architettura militare; e il borgo che stendeasi nel rispianato, ov'è in oggi la città, potea sfidare anch'esso gli insulti nemici. Era il nemico attendato alle falde del monte, credo da mezzodì ov'è una pianura; ciò che Ibn-el-Athîr fa supporre, scrivendo, come i due eserciti si ordinassero in fila, l'uno a fronte dell'altro. Perocchè Teodoto, solo capitano degno del nome che ebbero i Bizantini in questa guerra, fidandosi in sè e nel numero de' suoi, scese giù dal monte a presentar la battaglia.


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Storia dei musulmani in Sicilia
Volume primo
di Michele Amari
F. Le Monnier Firenze
1854 pagine 677

   





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