Dopo la cui morte, rifatto capitano, per elezione dell'esercito, un Zoheir-ibn-Ghauth(485), l'avvantaggio della guerra tornò ai Bizantini. Perchè, uscita a far preda, com'era usanza, una gualdana degli Arabi, Teodoto le mandò incontro genti che la combatterono e rupperla; e la dimane, venuti a giusta giornata ambo gli eserciti, Teodoto riportò anco la vittoria; ammazzò da mille uomini ai Musulmani, e li cacciò infino agli alloggiamenti; dove si munirono con fossati, e furono a lor volta assediati e chiusa loro ogni uscita. Apprestatisi pertanto all'estremo rimedio di tentare una sortita di notte sopra il campo bizantino, Teodoto, che lo riseppe, lasciò vôto il luogo; si appostò nei dintorni; e quando i Musulmani aveano occupato il campo, maravigliati del non trovarvi anima viva, il nemico piombò improvvisamente da tutti i lati, ne fece strage: li sbaragliati a mala pena si ritrassero a Mineo. Inseguendoli Teodoto, li assediò nella fortezza; e alfine li condusse a tale diffalta di vittuaglie, che doveano cibarsi de' giumenti e de' cani. A questi avvisi il picciol presidio di Girgenti distruggea la città, leggiam nelle cronache, forse le sole fortificazioni; e non potendo soccorrere que' di Mineo, si ridusse a Mazara. Aumentato l'esercito bizantino, e rincorato da un capitano di vaglia; avvezzi un po' gli abitatori dell'isola al romore delle armi, innaspriti dalle profanazioni, saccheggi e guasti degli Infedeli; e costoro menomati tra vittorie e sconfitte, non fidanti nel nuovo condottiero, mancato lor anco Eufemio, dileguati già prima i suoi partigiani: tali erano le condizioni degli uomini che si laceravan tra loro sul desolato terreno della Sicilia.
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