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      Pertanto l'anno medesimo dugentosedici, che ne avanzarono cinque mesi dopo la dedizione di Palermo, Ziadet-Allah elesse a luogotenente in Sicilia il suo cugin germano Abu-Fihr-Mohammed-ibn-Abd-Allah-ibn-Aghlab(508), segnalatosi una volta combattendo in Sicilia, e poi con infelice lealtà egli e i suoi fratelli nella guerra civile di Mansur Tonbodsi(509). Con la riputazione di principe del sangue, e anco forse con gente fidata, giunse Abu-Fihr in Sicilia, correndo già il dugento diciassette (6 febbraio 832 a 25 gennaio 833). Costui ne cacciò, dice la cronica, Othman-ibn-Kohreb(510) non sappiam di che nazione, certamente un de' capi di parte venuti su in que' trambusti: e leggiamo altrove che le discordie tra Affricani e Spagnuoli si composero in questo tempo(511).
      Par che la colonia si ordinasse come centro di uno stato novello, poco dipendente dall'Affrica; al che portavano quegli elementi suoi eterogenei e turbolenti, non disposti a sottomettersi al principato aghlabita senza larghissime franchigie. Ciò si vedrà dal progresso degli avvenimenti. N'è segno altresì il titolo di Sâheb dato da scrittori assai diligenti al primo governatore dell'isola; il qual titolo, posto assolutamente senz'altra voce che lo determini, tocca al capo d'uno Stato(512); differente perciò da emir, e da wâli(513). Sappiamo inoltre che del dugento ventuno (836) moriva a Kairewân un cadi di Sicilia(514); donde si argomenta che questo supremo magistrato fosse stato posto fin dal principio delle nuove instituzioni nella colonia.


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Storia dei musulmani in Sicilia
Volume primo
di Michele Amari
F. Le Monnier Firenze
1854 pagine 677

   





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