L'armata intanto, capitanata da Fadhl-ibn-Ia'kûb, assaliva e spogliava le isolette adiacenti, senza dubbio le Eolie; espugnava poi una fortezza, che volentieri leggerei Tindaro, e parecchie altre rôcche, e vittoriosa se ne tornò a Palermo(529). Dond'è manifesto che dopo le isole Eolie avesse scorso anch'essa la costiera di settentrione. Nel medesimo anno o piuttosto in quel d'appresso (222, 13 dicembre 836 a 1 dicembre 837) Abu-'l-Aghlab spingeva una grossa schiera capitanata da Abd-es-Selâm-ibn-Abd-el-Wehâb sul territorio di Castrogiovanni; contro la quale sceso il nemico a combattere, andarono in volta i Musulmani, lasciando assai gente sul campo di battaglia e non pochi prigioni, e tra quelli Abd-es-Selâm, che fu indi liberato, forse in uno scambio(530). Perocchè l'armata ch'era uscita anco questa stagione, scontratasi in quella dei Bizantini, la ruppe, e presele nove grossi navigli e una salandra(531) con tutte le ciurme; e l'esercito, per far vendetta o riavere i prigioni, tornò più forte sotto Castrogiovanni, e vi si messe a campo.
Tra i quali travagli innoltratosi il verno, avvenne una notte che un Musulmano scoprì un di Castrogiovanni che si riduceva in città per viottoli ignoti; e tenutogli dietro, chetamente salì fino al sobborgo ove erano gli alloggiamenti dell'esercito. Donde tornato in fretta il Musulmano a darne avviso ai suoi, tutti s'armarono, s'inerpicarono per quel sentiero; e, superatolo, diedero il grido d'Akbar-allah (è massimo Iddio), e furono addosso ai nemici.
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