Si rifuggivan quegli entro la cittadella, abbandonato il borgo; e fieramente indi resisteano, sicuri nella fortezza del sito. Alfine, dice il cronista, chiesero ed ottennero l'amān; e cosģ i Musulmani carichi di preda se ne tornarono a Palermo(532). Si deve intendere che i Cristiani profferirono una taglia, e che i Musulmani, stando all'assedio tra i dirupi da una parte e un grosso presidio dall'altra, furon lietissimi di uscir dal pericolo con onore e guadagno. Ma nč s'impadronirono della rōcca, nč rimasero nel sobborgo; perocchč egli č certo che Castrogiovanni fa combattuta per pił di venti anni dopo questo accordo; e ognun vede che se i Musulmani vi fossero entrati una volta, non avrebbero di leggieri lasciato sģ importante fortezza.
In questo medesimo tempo stringeano Cefalł su la costiera settentrionale, a quarantotto miglia a levante di Palermo; il cui nome gli Arabi scrissero Gefalūdi e Scefalūdi: e ciņ mostra ch'abbiano trovato guasta, forse da molti secoli, la pronunzia di Kefalķdion(533). Cosģ addimandarono quella terra i Greci dalla sembianza d'una rupe ritonda, inaccessa, sporgente in mare; la quale sovrasta alla cittą odierna, e sostenne l'antica oltre venti secoli, incominciando da tempi che non hanno storia; poichč vi si trovano avanzi di mura ciclopiche. Il forte sito la rese cittą di qualche momento nell'antichitą e nel medio evo; e indi a prima vista alcun potrebbe maravigliare che i Musulmani conducessero insieme ambo le imprese di Cefalł e di Castrogiovanni, e ne potrebbe credere la colonia di Palermo assai pił potente che non fu nei primi principii.
| |
Musulmani Palermo Cristiani Musulmani Castrogiovanni Musulmani Cefalł Palermo Arabi Gefalūdi Scefalūdi Kefalķdion Greci Musulmani Cefalł Castrogiovanni Palermo
|