Alfine, il capitan musulmano, mandata una parte de' suoi a girar dietro i monti e salir da quello che sovrasta alla cittą, presentņ la battaglia, sģ com'ei solea fare, dalla marina; attirņ a quella parte tutte le forze del presidio: e in questo l'altra schiera irrompeva in cittą dall'alto; feriva alle spalle i difenditori; li scompigliava; e Messina era presa(540). Pur non leggiamo che Fadhl vi abbia sparso molto sangue. Il medesimo anno cadde in poter dei Musulmani un'altra cittą che Ibn-el-Athīr chiama Meskān, o Miskān(541); importante al certo, poich'ei ne fe' menzione; ma non ritrovo tal nome appo i geografi antichi, nč altrove. Se si leggesse Mihkān, che veggiamo in Edrisi, risponderebbe ad Alimena; la quale č terra in sito assai forte, a cavaliere su la riva del Salso e in su la strada che mena da Palermo nel Val di Noto valicando le Madonie a Caltavuturo: sentieri alpestri, tinti di molto sangue in quelle guerre(542).
E veramente non tardava lo esercito di Palermo ad assaltare il Val di Noto. Espugnovvi dell'ottocento quarantacinque le rōcche di Modica(543), cittą antica, le quali cosģ al plurale sono ricordate nella cronica di Cambridge; e ciņ mostra che parecchi castelli difendessero i poggi frastagliati da due burroni, ov'oggi siede la cittą. Forse l'anno medesimo, i Musulmani capitanati da Abu-'l-Aghlab-Abbās-ibn-Fadhl-ibn-Iakūb-ibn-Fezāra, ebbero a combattere un esercito in quella provincia. Par che alla morte di Teofilo (20 gennaio 842) la ristorazione del culto delle immagini, savio provvedimento poichč tanto lo sospiravano i popoli, abbia dato riputazione alla reggenza dell'imperatrice Teodora appo i Siciliani.
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