A primavera (852), sopraccorso in quel di Castrogiovanni, lo depredò e arse, senza poter tirare a battaglia il patrizio bizantino che capitanava il presidio; onde senza intoppi cavalcò gran tratto di paese, e riportonne moltissimi prigioni, non uccisi questa fiata, ma venduti(556). Poi sendo già venuta la state, ed entrato l'anno dugento trentotto dell'egira (22 giugno 852 a 10 giugno 853), montò su l'armata per andare a fare una vendetta, di cui si parlerà a suo luogo(557). Tornò in autunno(558). Alla nuova stagione, senza uscire di Sicilia, battè i contadi di Castrogiovanni, Catania, Siracusa, Noto, Ragusa; tagliando gli alberi, ardendo le mèssi, facendo prigioni, spargendo scorridori d'ogni intorno; e presa Camerina, o gli abituri che ritenean quel classico nome, si arrestò sotto Butera, in giugno o luglio; poichè di due diligenti cronisti l'uno pone coteste fazioni nell'anno dugento trentotto in cui cominciarono; l'altro nel trentanove in cui finirono (11 giugno 853 a 31 maggio 854).
Fu Butera forte città nei tempi musulmani; splendida e famosa nei feudali, sì che diè titolo al primo pari del reame fino alla riforma del mille ottocento quarantotto, nella quale il parlamento siciliano abolì la paría ereditaria. Cotesto nome geografico non apparisce innanzi il nono secolo; nè fabbriche o altri avanzi mostran abitato il luogo in età più antica, e mutatone soltanto il nome sotto i Bizantini. Siede la città in cima ad un colle, a poche miglia dal mare e dal fiume Salso; domina il fertil paese che gli antichi addimandavano Campi Geloi: in guerra, è naturale rifugio di quella popolazione agricola; in tempi di servaggio, albergo dei suoi oppressori.
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