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      Par che alle prime scorrerie dei cavalli musulmani in Val di Noto i villici più fiate si fossero rifuggiti in quella rôcca. Ma quest'anno ottocento cinquantatrè, Abbâs, vedendoli affollare al solito covile, pensò coglierveli a un tratto di rete: assediò strettamente Butera oltre cinque mesi; alfine pattuì coi terrazzani che gli consegnassero cinque o sei mila capi, scrivon le croniche, come se fossero capi d'armento; e l'esercito traendosi dietro tanta torma di schiavi tornossene in Palermo(559).
      Ignoriamo or noi se orrenda necessità abbia sforzato a questo accordo tutti gli assediati, o se i borghesi, per salvar la roba, abbiano avviluppato con qualche nero tradimento gli inquilini delle campagne, lor fratelli in Cristo, ospiti, o noti per lunga consuetudine, e li abbian dato schiavi al nemico risguardandoli come animali d'altra razza: chè il cristianesimo prima del decimottavo secolo non era sì scrupoloso in fatto di uguaglianza. Quanto ai vincitori, il Dio di Maometto assai più esplicitamente loro abbandonava in anima e in corpo tutti gli uomini di religione diversa; non che que' seimila villani. Perciò gongolando di gioia se li divisero i coloni di Palermo, con l'altro bottino. E parmi evidente che fossero molto ricercati gli schiavi nella colonia per coltivare le terre del Val di Mazara. Perocchè Abbâs-ibn-Fadhl, in tutto il tempo che resse l'isola, pose indistintamente taglie di danari e di uomini alle terre che si calavano agli accordi(560), e talvolta ricusò la moneta, e volle più tosto gli uomini(561).


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Storia dei musulmani in Sicilia
Volume primo
di Michele Amari
F. Le Monnier Firenze
1854 pagine 677

   





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