Ali trovossi nei mari di Creta, non per assaltare la colonia musulmana com'altri ha pensato; ma forse accadde che scorrendo le costiere di Puglia, ove aspramente combatteano Musulmani e Cristiani, egli avesse preso a inseguire per lo Adriatico legni bizantini, o i venti lo avessero traportato sì lungi. S'avvenne in quaranta salandre bizantine il cui capitano era detto il Cretese, e potrebbe essere quel medesimo Giovanni che resse il Peloponneso nell'ottocento ottantaquattro(564), soprannominato il Cretese, forse dopo questa battaglia, per vezzo di romaneggiare e mancanza di più segnalate vittorie. Il Cretese, combattendo con Ali nella state dell'ottocento cinquantotto, perdea dapprima dieci navi con tutte le ciurme; poi, rappiccata la zuffa e voltata la fortuna, egli diè una sanguinosa rotta ai Musulmani, lor prese dieci navi: e Ali con gli avanzi dell'armata si ridusse nel porto di Palermo(565). Sopravvenuto in questo il verno, e andata, com'era usanza, una seconda gualdana nel contado di Castrogiovanni a spigolar bottino e prigioni, riportò tra gli altri in Palermo un uomo di molta nota in sua nazione(566). Abbâs comandava di metterlo a morte, ardendo tuttavia di rabbia per lo caso dell'armata, ovvero infingendosene per cavar più grosso riscatto; o fu che quel gentiluomo nulla valea nel mercato delli schiavi, se povero e tristo egli era della persona come dell'animo. Fattosi costui ad Abbâs con patrizia disinvoltura, "Lasciami la vita," gli disse, "e darotti un avviso che fa per te.
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