Ai quali non mancņ il cuore in questo incontro. Perchč veggiamo sollevarsi al primo comparire dei rinforzi bizantini, e non piegare facilmente il collo dopo la sconfitta loro, molte castella dell'isola: Platani, Caltabellotta, Caltavuturo, ricordate di sopra, e inoltre Sutera(574), una terra che non so se vada letta Ibla, Avola o Entella(575), Kalat-Abd-el-Mumīn(576), e altre di cui non si dicono i nomi; che tutte avean gią promesso obbedienza e tributo ai Musulmani. Abbās sopraccorreva immantinente a gastigarle dell'anno dugentoquarantasei (27 marzo 860 a 15 marzo 861). Fattoglisi incontro lo esercito cristiano, accozzato forse da quei municipii, lo sbaragliņ Abbās con molta strage; e passando oltre, pose l'assedio a Kalat-Abd-el-Mumīn, ed a Platani. E indarno vi si affaticava, quando seppe esser giunto, dice Ibn-el-Athīr, un altro esercito bizantino: gli avanzi forse dei Cappadoci, ingrossati dalle milizie dell'isola; i quali pare che marciassero lungo la costiera settentrionale sopra Palermo. Contro costoro si volse Abbās, lasciando lo assedio; valicņ i monti; trovņ il nemico presso Cefalł; e dopo una zuffa ostinata, superatolo con l'usato valore, malconcio lo rimandņ a Siracusa. Egli, tornato in Palermo, fece subito ristorare le fortificazioni di Castrogiovanni, racconciare le case, e posevi un grosso presidio musulmano. Ciņ mostra che universale e di momento era stato lo sforzo de' Siciliani. Ma pare che la seconda sconfitta dello esercito imperiale li abbia consigliato a posare le armi: poichč non si intende pił nulla di loro; e l'anno seguente dell'egira (16 marzo 861 a 5 marzo 862) si vede Abbās andare spensierato a saccheggiar il contado di Siracusa, come solea prima della presa di Castrogiovanni.
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