Ricominciava da senno la guerra, composte come par le liti intestine, all'entrar dell'anno dugentocinquanta (12 febbraio 864 a 31 gennaio 865), quando i Musulmani occupavano l'antica e importante città di Noto, per tradimento di un cittadino che lor mostrò la via di penetrar nella fortezza. Saccheggiatala, e presavi, dicono gli annali, una bella somma di danaro, passarono a Scicli, su la costiera di mezzogiorno, terra della quale occorre adesso il nome per la prima volta, e fu espugnata per lungo assedio(590). Intanto, se dee starsi alla identità d'un altro nome scritto nel solo Baiân, i Musulmani aveano abbandonato Castrogiovanni, ed era ormai riabitata dai Cristiani, perchè si legge che il dugento cinquantuno (1 febbraio 865 a 20 gennaio 866) Khafâgia andava a guastar le mèssi del contado, trascorrea fino a Siracusa, e combatteavi contro i Cristiani una fazione, forse infelice, perchè senz'altro si aggiunge ch'ei tornasse in Palermo. Donde fe' uscire una gualdana capitanata dall'altro suo figliuolo Mohammed; la quale prese il fiero soprannome di gualdana dei mille cavalieri; chè tanti ne uccise, posto un agguato, com'e' parrebbe, nelle campagne di Siracusa, e attiratovi il nemico(591). Ciò mostri con che grosse forze si combattea. Il caso stranamente sfigurato, credo io, in qualche compilazione persiana, portò il nostro Rampoldi a scrivere negli Annali Musulmani, che l'ottocento sessantasette Khafâgia, volendo ritoglier Enna ai Cristiani, era fatto prigione dopo avere ucciso di propria mano più di mille uomini; ma il dì appresso lo riscattavano i suoi a prezzo di trentaseimila bizantini d'oro(592). La quale prigionia di Khafâgia, non trovandosene vestigio nelle croniche arabiche scritte da senno, va messa a fascio con l'erculea prova dei mille uccisi di sua mano.
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