Pochi mesi appresso, a' tre di regeb del dugento cinquantasette secondo l'egira (27 maggio 871), Mohammed-ibn-Khafāgia era assassinato nel palagio; in pien giorno, da' suoi servi eunuchi; i quali occultarono il misfatto infino al dģ seguente, per aver agio a salvarsi. La fuga li scoprģ; onde furono inseguiti, presone alcuni e messi a morte(608). Indi la colonia eleggea capitano Mohammed-ibn-Abi-Hossein; ne scrivea in Affrica, ed era disdetta dal principe aghlabita; il quale commesse il governo a Ribbāh-ibn-Ia'kūb-ibn-Fezāra, delle cui gesta in guerra č occorso parlare, come anco della elezione e deposizione del suo fratello Ahmed l'ottocento sessantadue. Ma, come se il caso prendesse a mantenere gli agitamenti della colonia quando posavano i raggiri e le tradigioni, Ribbāh moriva tra non guari, di moharrem dugento cinquantotto (17 novembre a 16 dicembre 871)(609). Seguillo alla tomba, nel mese di sefer (17 dicembre 871 a 15 gennaio 872), il suo fratello Abd-Allah, eletto wāli della Gran Terra, il continente cioč d'Italia, che i Musulmani aspramente infestavano ormai da trent'anni(610).
CAPITOLO VIII.
Innanzi l'impresa di Ased-ibn-Forāt i Musulmani aveano piratescamente assalito le costiere occidentali della Penisola, come si narrņ nel primo libro. Le varie fortune degli eserciti in Sicilia a volta a volta poi rigettavano in terraferma qualche mano di avventurieri, o troppo audaci in lor correrie, o disperati dopo alcuna sconfitta, o costretti a fuggire per furor di parti; i quali, battezzatisi per necessitą, stanziarono, com'č probabile, presso Amalfi e Salerno: e rimaneanvi, nč cristiani nč musulmani, fino all'ottocento cinquanta(611). Forse vissero ai soldi di quei piccoli Stati che si rubacchiavano a vicenda; forse furon mezzani alla repubblica napoletana, quando si volse a chiedere aiuto in Sicilia l'ottocentotrentasei.
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