In questo tempo la colonia di Palermo, assestata dal savio e forte Ibrahim-ibn-Abd-Allah, avvezza ormai a fazioni navali e fatta amica dei Napoletani, incominciò in ben altra guisa a infestare la terraferma. Consigliata, o no, da' Napoletani, assaltò la costiera dell'Adriatico, l'ottocento trentotto, credo io, ma non trovasi data nella cronica. Ciò che ne sappiamo è, che i Musulmani improvvisamente occupavano Brindisi; che Sicardo principe di Benevento vi sopraccorrea con grosse torme di cavalli; e che pugnossi fuor la città. I Musulmani si affidarono a uno stratagemma adoperato già nelle guerre di Sicilia. Scelto il luogo che parve opportuno, vi scavaron fosse, le coprirono di sarmenti e di terra, e appressandosi l'esercito nemico, si chiusero nelle mura. Un dì, appresso il pranzo, irrompon fuori con grande schiamazzo e fragor di stromenti; attirano il nemico nelle insidie; e quivi, dando la carica i cavalli di Sicardo e traboccando nei fossati, grande numero di Beneventani, Salernitani, e altre genti rimasero morti sul campo. Poi, come i Longobardi s'armavano a furia per ogni luogo apprestandosi a vendicare questa strage, i Musulmani, fitto fuoco a Brindisi, tornarono con l'armata in Sicilia. Tanto narra l'Anonimo Salernitano che visse alla fine del secolo seguente, e pur merita fede in questo caso, avendo avuto alle mani tanti ricordi municipali, ignoti a cronisti più antichi di lui. Il fatto non mi sembra identico con quel che riferisce Giovanni Diacono, l'aiuto cioè dei Musulmani alla città di Napoli assediata da Sicardo.
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