Per certo li rinforzava la gente venuta d'Affrica in Sicilia l'ottocento trentanove(621); e v'eran anco quegli audacissimi corsari della colonia di Creta, che due anni appresso si veggono stanziare a Taranto. Affricani, Siciliani, Cretesi erano la più parte compagnie di ventura, come quelle accorse l'ottocento trenta in Sicilia; disposti ad operare insieme in alcuna impresa di momento, e far le minori ciascuno per sè. E però fondarono in terraferma le picciole colonie independenti, di cui si farà ricordo. I condottieri usurparon titolo di principi, che gli scrittori cristiani danno talvolta per nome proprio: così senza dubbio Sultano; così Saba, che parmi corruzione di Sâheb. Ed è il nome attribuito all'ammiraglio che trionfò a Taranto(622).
Ma Radelchi, condotto alla stremo da Siconolfo, che gli avea tolto la Calabria e non poca parte di Puglia(623), si gittò agli aiuti dei Musulmani. Per Pandone gastaldo di Bari, fe' chiamare un di que' condottieri per nome Khalfûn, uom berbero, liberto della tribù araba di Rebi'a(624); le cui genti Pandone fe' accampar lungo la marina e sotto le mura. E una notte i Baresi, che abbastanza non se ne guardavano, videro saltare in città quelle frotte scalze, mezzo ignude, male armate, e i più di sole canne, scrissero i Cristiani(625), maravigliati di quelle lor lance, di canne indiane, sottili e salde come d'acciaro. Saccheggiarono; uccisero chi resistea: Pandone tra gli altri fu gittate in mare, perchè volea parlare sopra il diritto delle genti.
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