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      Taranto fu abbandonata di certo dai Cretesi; leggendosi negli annali arabi di Sicilia che i Musulmani la rifornissero di presidio l'anno ottocento quarantasei: il che ben s'attaglia con l'episodio di Apolofar, assediato in quel tempo entro Benevento. L'altra compagnia di Berberi e Arabi d'Affrica che tenea Bari e aiutava Radelchi, si mantenne, ma non si segnalò, dal quarantatrè al quarantasei, tacendone in questo tempo gli scrittori cristiani; e allora appunto veggiamo la colonia di Sicilia travagliarsi nell'assedio di Messina e nell'aspra guerra di Val di Noto; onde non potea mandare rinforzi in terraferma. Mancandovi dunque quelle armi che l'ottocento quaranta e il quarantadue erano parute sì terribili, i due principi longobardi continuarono rabidamente a straziarsi, ma senza frutto; che nè Siconolfo avea possa di espugnare Benevento, nè Radelchi di ripigliare la provincia.
      Con novello furore i Musulmani assalivano l'Italia meridionale l'ottocento quarantasei. Insuperbiti per aver tagliato a pezzi l'esercito bizantino (a. 845) in Sicilia, spinsero agli assalti, con evidente unità di disegno, le forze della colonia siciliana e dell'Affrica. Le prime si mostrarono a un tempo sul mare Ionio e sul Tirreno: da una parte poneano grosso presidio a Taranto(631), dall'altra si afforzavano al capo della Licosa che termina a mezzodì il golfo di Salerno; e occupavano Ponza, nè curavansi ormai se spiacesse ai Napoletani. Perchè, non temendosi più nel Tirreno i Bizantini, e non contandovi per anco le bandiere di Pisa e di Genova, signoreggiavano quel mare la confederazione di Napoli e la colonia di Palermo, con forze non disuguali, con interessi comuni e interessi contrarii: fieri amici che avean riguardo, non paura l'un dell'altro; tenean la mano all'elsa della spada, e talvolta la sguainavano, ma presto tornavano in pace.


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Storia dei musulmani in Sicilia
Volume primo
di Michele Amari
F. Le Monnier Firenze
1854 pagine 677

   





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