Il condottier di Bari, per nome Mofareg-ibn-Sālem, usurpņ autoritą di principe; prese, al dir degli annali musulmani, ventiquattro castella; fabbricņ in Bari una moschea cattedrale, e salģ a tanto orgoglio che volea tener lo stato a dirittura dal califo di Bagdad: ossia non ubbidire a niuno. A questo effetto scrivea al governatore dell'Egitto per gli Abbassidi uno squarcio d'ipocrisia musulmana: non sentirsi in grazia di Dio egli, nč i suoi compagni, tenendo quella provincia senza investitura legittima; scongiurare pertanto il pontefice che gliene conferisse il governo, e facesselo uscire dal novero degli usurpatori. Ibn-el-Athīr, che al certo trascrisse coteste parole da antiche memorie, aggiugne che poi la gente di Mofareg sollevossi contro di lui; poi l'uccise; poi morģ il principe aghlabita Mohammed-ibn-Ahmed-ibn-Aghlab, nel cui cenno biografico č inserito tutto quest'episodio di Bari; ed altro ei non ne dice(642). Mohammed salģ sul trono in fin dell'ottocento sessantaquattro, mancņ di vita nei principii del settantacinque; nel qual tempo appunto sappiamo liberato il Soldano dalle carceri di Radelchi e tornato ai suoi, capitanati allora da un suo nemico ch'egli avea bandito dalla colonia. Mofareg-ibn-Sālem č ben dunque l'astuto demonio di cui gli annali cristiani narran tante maraviglie, e di cui i Musulmani tacquero la sconfitta e la prigionia. Il titolo di Sultano ch'ei prese, o che gli davano i suoi seguaci in Italia, andava a capello a quella dubbia sua potestą(643). L'usurpazione spiega perchč i Musulmani di Sicilia e d'Affrica l'abbandonassero quand'ei fu condotto allo stremo dai Cristiani.
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