Il Sultan di Bari non tardava a correr la Puglia e la Calabria; far ladronecci per ogni luogo; occupare qua e là castella; e osò spinger sue gualdane infino a Napoli ed a Salerno. Allor l'abate di Monte Cassino chiamò di nuovo l'imperatore Lodovico, che venne in Puglia; volle ragunare le forze dei principati longobardi; fu lasciato pressochè solo, per sospetto ch'ei non prendesse lo stato ai Cristiani al par che ai Musulmani: donde fatto un vano tentativo sopra Bari, borbottando se ne tornò di là dalle Alpi (853); ed ebbe a vedere anco un feudatario contumace rifuggirsi appo il Sultano(644). Il quale indi a ripigliare l'infestagione dello Stato di Benevento; e questo non trovò altro riparo che di venire ai patti coi Musulmani; pagar tributo; dare ostaggi. Voltosi il Sultano alle altre provincie, diè il guasto a' contadi di Capua e Conza e alla regione intorno Cuma, Pozzuoli e il Lago di Patria, detta a quel tempo Leboria o Liburia, il qual nome si estese a poco a poco a una provincia, e mutossi in Terra di Lavoro(645). Infine i Musulmani si vennero a porre in Campo di Napoli, come si addimandavano gli orti tra porta Capuana e il Sebeto(646); dove furon fatte orribili stragi (a. 860?): il Soldano, dice un contemporaneo, sedea su mucchi di cadaveri, e come uno schifoso cane tra quelli mangiava. Riducendosi a casa da questa correria, fu per cadere in uno agguato. Tra tanti paesi che avea desolato dall'uno all'altro mare, si trovarono due valorosi feudatarii, i gastaldi di Telese e di Boiano, che osarono ritentar la fortuna delle armi; trassero secoloro il duca di Spoleto a forza di preghiere e di danari; e con gran possa di gente appostarono lo stuolo nemico, verso il tramonto del sole, presso Bari.
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