E in Salerno Guaiferio valorosamente si difendea; respingeva gli assalti; opponea macchine alle macchine; facea sortite; e guerrieri si appresentavano dalle porte sfidando i Musulmani a duello: gagliarde prove, vere al certo, ancorchè l'Anonimo ce le mostri con troppi ornamenti d'epopea. Tra le altre, che par l'episodio della Gerusalemme Liberata, ei ricorda un Landemaro calatosi dal muro con un'azza, fattosi, tutto solo, a guastare un immane mangano(663). La città nondimeno cominciava a patir la fame, quando la ristorò di vettovaglie, con bell'ardire, Marino duca d'Amalfi, spezzata la lega ch'avea prima coi Musulmani. Nelle campagne orribil era il macello dei contadini, lo sperpero delle sostanze, lo scempio delle chiese. Abd-Allah, al dire dell'Anonimo, avea preso a soggiornare in quella di San Fortunato, e profanavala di scandali e di brutture. Fe' stendersi il letto su l'altare(664), e sovente strascinovvi fanciulle cristiane; finchè alcuna trave caduta dal tetto liberò una bella vergine, uccidendo il tiranno senza lei toccare: che mostravasi ancora ai tempi del cronista il luogo onde si spiccò la trave, e tutti si capacitavano del miracolo. La leggenda qui, tra le fole che ognun vede, porta un fatto vero; poichè secondo gli annali musulmani Abd-Allah, capitano della Gran Terra, morì in questo tempo, e appunto del mese di sefer dugento cinquantotto, tra dicembre cioè dell'ottocento settantuno e gennaio del settantadue(665). I Musulmani continuavano l'assedio di Salerno, rifatto capitano un Abd-el-Melik(666): e, stretta ormai da un anno e affamata, la città stava per aprir le porte.
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