Lodovico, in questo mentre, non era uscito d'Italia. Pregato fervidamente da' nunzii di Guaiferio e dal vescovo di Capua, credendo il Salernitano complice del misfatto d'Adelchi, ricusò; poi l'indole generosa, o la speranza di recare a fine l'antico disegno, il mossero a dare aiuto. Mandò le milizie condotte dal giovinetto Guntar suo congiunto; il quale venuto a Capua, accozzatosi coi cittadini, chè anco preti vi s'armarono per andare a combattere, trovò da diecimila Musulmani non lungi dalla città, in un luogo che s'addimandava San Martino. Guntar, non ostante una fitta nebbia, diè dentro; sbaragliò i Musulmani, e restò morto gloriosamente sul campo. Quelli furono tutti sterminati con la spada o annegarono nel Volturno. Un'altra schiera, inseguita dall'esercito vincitore presso a Benevento, fu distrutta alsì; campandone pochi i quali andarono a spargere lo spavento nell'oste attendata sotto Salerno: e diceano venire a grandi giornate l'imperatore in persona con tutto l'esercito cristiano. Indarno Abd-el-Melik comandò, pregò, ricordava ai suoi che la città già trattasse d'arrendersi. Fu preso dagli ammutinati, messo per forza in nave; e salparono; e venne la solita meteora ignea a suscitare una tempesta che li inghiottì. Così i Cristiani, esagerando e contraddicendosi; poichè alcuni aggiungono che gli avanzi dell'esercito musulmano precipitosamente si ritraessero in Calabria(667). Gli annali musulmani accennano le vittorie di Abd-Allah sopra i nemici, e poi silenzio(668). La Cronaca di Cambridge al contrario, scritta in arabico da un cristiano di Sicilia, ricorda lo sterminio dell'esercito musulmano a Salerno(669). E però sono alquanto dubbii i particolari, certissima la misera fine della impresa, verso il mese d'agosto ottocento settantadue.
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