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      Cotesto parmi dei trovati a che allude il monaco Teodosio: nuovo, poichè, secondo gli eruditi, i tiri delle baliste adoprati a batter mura, occorrono per la prima volta nell'assedio di Siracusa, o meglio in quel di Salerno dell'ottocento settantuno, in cui si sa che una petriera, come la chiamarono gli Italiani, d'insolita grandezza, squassasse la torre Solarata. E finchè non se ne trovino altri esempii nelle guerre dei Musulmani innanzi il nono secolo, l'onore di tal trovato darassi a quei d'Affrica e di Sicilia(689).
      Sopravvenute forze navali di Costantinopoli, furono oppresse a un tratto dall'armata musulmana(690); il vincitore restò padrone del mare; distrusse le fortificazioni dette allora i braccialetti(691) che difendeano i due porti, senza dubbio quelle dei lati opposti ad Ortigia, la punta settentrionale cioè del porto picciolo e la meridionale del grande. Così fu tolto ai cittadini ogni aiuto di fuori. I Musulmani provaronsi anco a dare assalti con lor grosse navi. Ma la città sempre valorosamente si difendea.
      Maggior prova fu a durare la fame, la quale si fe' sentire, incrudì, arrivò allo strazio che riferisce il Frate Siracusano, con parole da farci prima sorridere e poi abbrividire, "L'uccellame domestico, dice in tanta tragedia Teodosio, era consumato; conveniva mangiar come si potea di grasso o di magro; finiti i ceci, gli ortaggi, l'olio; la pescagione cessata dal dì che il nemico insignorissi dei porti. Ormai un moggio di grano, se avvenia di trovarlo, si comperava cencinquanta bizantini d'oro(692); uno di farina, dugento; due once di pane, un bizantino(693); una testa di cavallo o d'asino, da quindici a venti; un intero giumento, trecento.


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Storia dei musulmani in Sicilia
Volume primo
di Michele Amari
F. Le Monnier Firenze
1854 pagine 677

   





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