Per aspro combattimento gli bruciò o prese la più parte delle navi, credo io, nei primi di agosto ottocento ottanta, su la costiera occidentale della Grecia propria, Ellade, come allor si chiamava la provincia a settentrione dell'istmo di Corinto. Rifuggitisi in Sicilia quei pochi legni che il poterono, Basilio comandava a Nasar di passar oltre verso Ponente. Così quegli veniva a Reggio; e distrutto, com'e' pare, qualche avanzo dell'armata siciliana che osava far testa, approdò non lungi di Palermo(732).
Padroni oramai del mare i Bizantini cominciarono a dar la caccia alle navi mercantili dei Musulmani, e grande copia vi presero di ricche merci, soprattutto d'olio, il quale fu tanto che il venderono a un obolo la libbra(733): depredazioni esiziali in quell'anno, in cui era una spaventevole carestia in Africa(734), e però molto bisogno delle derrate di Sicilia. Al tempo stesso Nasar mandò torme di cavalli a dare il guasto ai territorii delle città fatte tributarie dei Musulmani: parecchi mesi durò frastornando il commercio della colonia, senza attentarsi ad assalirla altrimenti; finchè andossene in Terraferma ov'era più agevole a fare acquisto di territorio(735). Ben ei lasciò una squadra di salandre a Termini, o Cefalù, con soldati che continuassero l'infestagione per terra(736); e forse allor fu che Basilio, con intento di ordinare la guerra in Sicilia, fecevi capitano Euprassio(737), e poi Musulice. Allora per certo si cominciò a fabbricare o afforzare una città, alla quale i Bizantini poser nome di Città del Re; com'io credo, l'odierna Polizzi(738), la quale sorge sopra un colle in mezzo alla valle principale delle Madonie, a brevissima distanza dalle scaturigini dei due Imera, settentrionale e meridionale, o vogliam dire fiume Grande e fiume Salso.
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