Uno Stato così fatto, confinando da un lato con le repubbliche, dall'altro coi dominii papali, dovea essere il pomo della discordia.
Stando le cose in questi termini verso l'anno ottocento settantacinque, i Musulmani ricominciarono nell'Italia Meridionale due serie di combattimenti, anzi due guerre al tutto diverse; nell'una delle quali erano assaliti, nell'altra assalitori; nell'una operavano dal golfo di Taranto per difendere dai Bizantini gli avanzi di lor colonie; nell'altra fean base dei golfi di Salerno, Napoli e Gaeta, per depredare tutta la Terra di Lavoro e la Campagna di Roma. Pertanto, tratteremo separatamente i casi di coteste due guerre.
Principiando da quella di Calabria e di Puglia, e' si vede che, poco prima o poco appresso la morte di Lodovico, il navilio musulmano, di Taranto o di Creta, avea già risalito l'Adriatico infino a Grado, e tentatala invano, al ritorno (luglio 875) arse Comacchio. Dalla parte di terra, la colonia di Taranto, rinforzata dalle reliquie dell'esercito di Salerno, occupò gran tratto di Calabria. Preposto intanto al reggimento un Othmân, che il Sultano, al suo tempo, avea bandito di Bari, Othmân riassaltava lo Stato di Benevento. Corsero i Musulmani infino a Bari e a Canne, depredando; ruppero tre fiate le genti di Adelchi; infestarono i contadi di Benevento stessa, Telese, Alife, desolati tante volte nelle passate guerre; e alfine vennero all'accordo col principe di Benevento. Conduceano tal pratica due vecchi compagni di prigionia del Sultano, chiamati dai cronisti Abdelbach ed Annoso; nome certamente musulmano il primo, che va scritto Abd-el-Hakk, e certamente latino il secondo, onde accenna un rinnegato.
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