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      Tentando l'Italia settentrionale, invitò a un sinodo a Ravenna i vescovi e signori del reame, per ovviare, diceva egli, ai pericoli della Chiesa lacerata dagli Infedeli e dai mali Cristiani; ma non ostanti le minacciate scomuniche, niuno andò a questa dieta politica, ove il papa volea prendere il luogo dello imperatore: sì ch'egli fu necessitato a differirla, e poi a trattarvi soltanto di disciplina ecclesiastica(796). Nell'Italia meridionale le pratiche, più vive, aiutate dalle intestine discordie, e, com'ei parmi, dalla riputazione delle armi bizantine, portarono il papa accosto assai al suo intento. Quasi protettore o presidente di quel piccioli Stati, tra marzo e aprile del settantasette, ordinava che il vescovo conte di Capua, e i reggitori di Gaeta, Napoli e Amalfi si adunassero a Gaeta, preseduti da due cardinali legati, per trattare lo scioglimento del patto coi Musulmani. Differito il congresso a Traietto, andovvi il papa in persona col principe di Salerno, del mese di luglio: e il risultamento fu un trattato del papa con Amalfi; e una congiura a Napoli(797).
      Il trattato portò che gli Amalfitani, rinunziando all'amistà dei Napoletani e Musulmani, servissero il papa con forze navali; guardassero le costiere da Traietto a Civitavecchia, spesati da lui di diecimila mancusi d'argento all'anno(798). La congiura a Napoli scoppiò sul fin d'ottobre o principio di novembre. Atanasio vescovo prese il proprio fratello Sergio; si fe' duca in luogo di lui, e mandollo al Santo Padre a Roma; ove Sergio fu accecato, e poco appresso morì in prigione.


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Storia dei musulmani in Sicilia
Volume primo
di Michele Amari
F. Le Monnier Firenze
1854 pagine 677

   





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