Il papa, complice ed istigatore, liberalmente volle pagare ad Atanasio le spese della congiura; e, non trovandosi in pronto tutta la moneta, per iscritto gli si dichiarò debitore del rimanente, ch'erano mille e quattrocento mancusi. Con ciò, in linguaggio scritturale, solennemente ei lodava Atanasio del coraggio con che s'era fatto amputare un membro cancrenito del proprio corpo; dell'ardire con che avea liberato il mondo da un nuovo Oloferne, tiranno del popolo e persecutore di Santa Chiesa(799).
Tra così fatti trionfi del vicario di Cristo, morto Carlo il Calvo (ottobre 877), ed eletto re d'Italia Carlomanno, il papa si messe a fargli patti per la corona imperiale, e la offriva anco a Lodovico il Balbo, succeduto nel regno di Francia: con che tiravasi addosso Adalberto, marchese di Toscana, e Lamberto, conte di Spoleto, fautori di Carlomanno. Lamberto veniva a insultare il papa a Roma; a suscitare i suoi nemici; e tra le altre cose, Giovanni lo accusò, di febbraio ottocento settantotto, d'aver mandato messaggi e doni a Taranto, per farne venire "falangi di Agareni." Strigatosi poscia da lui e scomunicatolo, se n'andò in Francia a mercanteggiare dell'impero con altri due o tre principi(800). E pria di questo, come ei pare, nel mese di aprile del settantotto, fe' tregua coi Musulmani, pagando taglia di venticinquemila mancusi di argento(801). Allora le repubbliche di Napoli e di Amalfi, non volendo esser più papaline del papa, tornarono anch'esse alla pace coi Musulmani, confacente ai proprii interessi commerciali e politici.
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