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      Ad Amalfi anco ridomandava il denaro fornito nel settantasette; il quale non ottenendo, scomunicava la città, del mese di ottobre(806): e perchè tal'arte non valse, tornando alle lusinghe, offriva di pagare e fin d'accrescere lo stipendio, e francar di gabelle i mercatanti amalfitani che venissero a Ostia(807). Gaeta, che dopo alquanta resistenza ubbidì, n'ebbe in merito la perdita di sue libertà, e la rovina del commercio; volendo il papa che riconoscesse come signore il conte di Capua, supposto gran vassallo della Santa Sede; e facendosi il conte a guastare il territorio e offendere i cittadini, perchè riluttavano al nuovo giogo(808). Napoli diè maggior travaglio, come assai più forte, e governata da Atanasio, che ne sapea quanto il papa. Schivati i pericolosi abboccamenti a che questi il volea tirare, Atanasio temporeggiò con messaggi (aprile 879), e fin si fe' ringraziar del suo buon volere(809). Il papa poi, accortosi dello errore, venne alle armi corte: scrisse al vescovo che gli farebbe provare a un tempo la spada invisibile e la spada visibile(810). Infatti, ei promosse o usò l'andata di un'armata bizantina nel golfo di Napoli; la quale vi ruppe i Musulmani in ottobre o novembre ottocento settantanove. Non guari dopo (19 novembre 879) il papa invitava i capitani ad andare a pigliarsi a Roma ringraziamenti e benedizioni, così leggiamo nella epistola, e pregavali intanto di mandare dromoni verso Ostia(811). E si strinse vieppiù con Basilio, assentendo, il medesimo anno, al concilio di Costantinopoli che riconobbe Fozio patriarca(812). Indi il pericolo della repubblica di Napoli evidentemente si aggravò.


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Storia dei musulmani in Sicilia
Volume primo
di Michele Amari
F. Le Monnier Firenze
1854 pagine 677

   





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