Ciò fu cagione ad accrescere le forze dei Musulmani in quelle parti. In luogo dei corsali che ad ora ad ora entravano nel porto di Napoli, Atanasio chiamò un'intera oste di Musulmani, dandole forse le spese del viaggio, certamente stanza e occasione di far preda. Surse per tal modo tra le mura della città e il Sebeto (880) un campo musulmano, vero ribât o kairewân, dal quale uscian le gualdane addosso ai nemici del vescovo di Napoli; nè costui poteva vietare che spogliassero anco gli amici. Guastarono lo Stato di Capua, i confini di quei di Salerno, Benevento, Spoleto(813) e la campagna di Roma: monasteri, chiese, città, borghi, villaggi, monti, colline, isole, dice Erchemperto, furono saccheggiate a un paro(814). Sovente in loro correrie i Musulmani faceano stanza ad alcun luogo forte, ch'indi divenia novello centro d'infestagione. Così poneansi (880) alla Cetara, luogo marittimo tra Salerno e Amalfi, e sforzavano i Salernitani ad uno accordo; i quali poi a tradimento li assalirono, credendoli sprovveduti: ma i Musulmani uscirono alla zuffa, recando nella prima fila in punta d'una lancia il trattato violato dai nemici, e rupperli con molta strage; dettero il guasto al paese, e fino osarono porre l'assedio a Salerno, donde poi furono cacciati per avere pochissime forze(815). Così anche uno stuolo si afforzò a Sepiano tra Boiano e Telese: contro il quale invano mosse Guido Terzo, novello duca di Spoleto e di Camerino; sì che fu costretto a far pace coi Musulmani, dati reciprocamente statichi per la osservanza(816). Nel medesimo tempo, altra schiera musulmana, con milizie di Napoli e Gaeta, andava ad assalire Castel Pilano nella contea di Capua, e n'era respinta.
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