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      Dalle quali fazioni è manifesta la condizione dei Musulmani in quelle parti: masnade di rubatori, che faceano, quando occorrea, da compagnie di ventura; e, quando stringeva il pericolo, s'annidavano ad Agropoli e al Garigliano. Par che tra loro non mancasse chi si diè al traffico, o esercitò due mestieri ad un tempo, ladrone e mercatante; ritraendosi come in Salerno una volta si sospettò che i Musulmani accorsi in grandissimo numero sotto specie di pace, disegnassero qualche mal tiro; se non che furono vegliati, e poi vietato loro di entrare con armi in città(845). Tra così fatti commercii e l'usare con le milizie di quegli Stati cristiani, con le quali andavano in guerra e per conseguenza spartivano il bottino, i Musulmani si addimesticarono nel paese. Quel rifiuto d'Affrica e di Sicilia, a dir vero, non avea parti d'incivilimento da comunicare altrui; pure arrecava qualche usanza; promovea, poco o molto, la influenza arabica che si vide a Salerno e altrove nel decimo e undecimo secolo. Spicciolati, menomati, assuefatti ad una certa dipendenza dai Cristiani, e, sopra tutto, privi di aiuti della madre patria, rimaneano come piaga inveterata ch'uom più non pensi a curare; nè alcuno li potea temere conquistatori, fino al passaggio di Ibrahîm-ibn-Ahmed, del quale innanzi si dirà.
     
     
     
      CAPITOLO XII.
     
      Prendendo a studiare il popolo vinto nell'isola, la prima cosa convien tornare alla memoria i modi e la progressione del conquisto. Delle terre di Sicilia altre abbiam visto prese di viva forza, ovvero a patti che guarentissero le persone e gli averi; altre sottomettersi a tributo; altre vittoriosamente resistere.


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Storia dei musulmani in Sicilia
Volume primo
di Michele Amari
F. Le Monnier Firenze
1854 pagine 677

   





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