Le prime e le seconde di raro furon distrutte; talvolta i Musulmani vi posero colonie; pių sovente le tennero suddite, abbattute pria le fortificazioni e presi ostaggi; nč in tutte lasciaron presidii. Non presidii nč colonie ebbero le cittā tributarie. Le independenti durarono nell'antico esser loro; aggiuntovi i pericoli, la gloria e la febbrile attivitā della guerra.
Quanto al cammino dei conquistatori, si č potuto notare che s'avanzarono quasi sempre da ponente a levante. Combattuto qua e lā con varia fortuna per quattro anni (827-831) e ferme poi le stanze in Palermo, s'insignorirono entro un decennio (831-841) del Val di Mazara: regione piana anzi che no, abbondante di pascoli e terre da seminato; nella quale fondarono lor prime colonie e trasportarono gli schiavi che coltivassero i poderi occupati. Nei diciott'anni susseguenti (841-859) fu domo con pių duro contrasto il Val di Noto: terreno feracissimo, ondulato, sparso di men alti monti e men vaste pianure che il Val di Mazara; nč par che i Musulmani prendessero a soggiornarvi finchč Siracusa tenne il fermo. Repressa intanto la sollevazione cristiana dell'ottocento sessanta, che fu comune al Val di Mazara e al Val di Noto, i vincitori si spinsero in Val Demone: provincia formata dalla catena degli Apennini e dall'Etna; e perō tutta valli e aspre montagne, coperta d'alberi da bosco e da giardino, e difendevole assai. In Val Demone, invero, aveano occupato Messina ed alcun'altra cittā marittima; pure, entro sessant'anni (843-902) non arrivarono a spuntar dalla difesa le popolazioni cristiane ridotte in un triangolo, il cui vertice(846) toccava Catania e la base stendeasi dai monti sopra Messina infino a Caronia, com'io credo(847).
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