La provincia Siracusana potea ben prendere il nome da Noto che vi primeggiava, giacendo Siracusa in rovine, nè sendo risorta da quelle innanzi il decimo secolo. Quanto al Val Demone, l'etimologia si è riferita ai boschi (Vallis Nemorum); si è riferita ai demonii dell'Etna, tenuto spiraglio d'inferno (Vallis Dæmonum); altri più saviamente l'ha tratto da un forte castello, ricordato nelle memorie del nono secolo e abbandonato di certo nel duodecimo. Sembrami più probabile che i nomi della provincia e del castello fossero nati insieme dall'appellazione presa per avventura dagli abitatori di tutta quella regione: Perduranti, cioè, o Permanenti, nella fede, si aggiunga dell'impero bizantino. Perocchè un cronista greco del nono secolo, trattando delle città di Puglia rimase sotto il dominio di Costantinopoli, adopera il verbo analogo a così fatta voce(852); e una delle varianti con che questa ci è pervenuta è appunto Tondemenon che si riferisce, senza dubbio, non al territorio ma agli abitatori(853). La denominazione di valle potrebbe essere arabica al par che latina(854); nel secondo dei quali casi ben potea convenire a un territorio compreso nella vallata tra gli Apennini e l'Etna; nè il nome generico latino o arabico unito a una appellazione greca, farebbe maraviglia nella Sicilia di quei tempi(855).
I Cristiani ch'erano tuttavia la maggior parte della popolazione dell'isola, viveano in quattro condizioni diverse, cioè, indipendenti, tributarii, vassalli e schiavi; le quali partitamente prenderemo ad esaminare.
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