Contemporaneo di San Filareto un grande oratore sacro, Teofane Cerameo arcivescovo di Taormina: che sembra onoranza personale, se pure negli sconvolgimenti ecclesiastici e politici di quel tempo la dignità metropolitana non fu accordata e tosto ritolta alla detta sede. Di Teofane Cerameo si ha notizia per un'ampia raccolta di omelie greche, delle quali ci avanzano da quaranta esemplari(890), la più parte col nome di lui, altri di Gregorio Cerameo, Giovanni Cerameo, Cerameo soltanto, e infine Filippo, chiamato poi, com'aggiugnesi ne' manoscritti, Filagato, monaco e filosofo(891). Ostinandosi a riferire tutte le omelie a un medesimo autore, gli eruditi che le studiavano, disputarono vanamente su l'età in cui fosse vivuto. Lo Scorso, gesuita siciliano il quale pubblicò per lo primo a Parigi (1644) il testo e la versione latina di sessantadue omelie, le volle tirar su tutte al nono secolo; e infelicemente cavillò per adattare a quei tempi le vestigia del duodecimo secolo che si toccan con mano in alcune di coteste omelie(892). Il dotto Guglielmo Cave, al contrario, opinò che la raccolta appartenesse al secolo undecimo, e dovea dire duodecimo(893). Ha sostenuto questa medesima sentenza il sacerdote Niccolò Buscemi da Palermo (1832) illustrando la materia con le notizie di altri manoscritti, tra i quali uno di Madrid, che contiene altre ventinove omelie inedite, e che fu rubato probabilmente alla Sicilia(894). Ma per vero si debbono riconoscere, come il pensò quel savio monsignor Di Giovanni(895), almen due autori; l'uno dei quali visse di certo nel nono secolo, l'altro di certo nel duodecimo.
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