La quale cronaca, attribuita ad un Giovanni di Sicilia, principiando, al solito, dalla creazione del mondo, correa fino all'anno ottocentoottantasei; onde si suppose che l'autore fosse morto in quel tempo. Forse egli è il Siciliano, o pedagogo siciliano, di cui fanno menzione il Cedreno e Giovanni Scilitze, tra gli scrittori dell'istoria bizantina, anteriori all'undecimo secolo(942). Forse è lo stesso Giovanni di Sicilia che comentò l'arte oratoria di Ermogene(943). La cronica serbavasi nella Biblioteca Elettorale Palatina, dove par l'abbia veduto il Sylburgius; su la fede del quale e del Possevino, il Vossio registrò Giovanni di Sicilia tra gli storici bizantini, e conghietturò esser passato il MS. dalla Biblioteca Palatina nella Vaticana(944). Lo Schoëll, ignoro su qual fondamento, affermò rinvenirsi il MS. nella Biblioteca di Vienna, con una continuazione infino al milledugento ventidue(945); ma è lecito crederlo uno sbaglio dell'illustre filologo alemanno, poichè, se nol fosse, e i dotti editori di Bonn avrebbero pubblicato questo MS. nella Bizantina, e lo si troverebbe nel Catalogo di Daniele de Nessel. Rimane dunque il dubbio se il libro siasi perduto; se giaccia dimenticato nella Vaticana; ovvero se sia pubblicato sotto altro nome, per esempio, di Michele Glycas, ch'è è detto slmilmente Siciliano e che fece un magrissimo compendio storico dal principio del mondo all'anno 1118.
Lungi dalla patria e dai pericoli vissero due altri illustri Siciliani, Atanasio vescovo di Modone e Pietro vescovo degli Argivi che scrisse lo elogio funebre di Atanasio.
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