Di assai maggior momento nella storia i casi di Giovanni Rachetta, detto Sant'Elia il giovane, del quale già abbiam fatto menzione. Nacque di nobil gente a Castrogiovanni, l'anno ottocento ventotto o ventinove(950); essendo fanciullo di otto anni, i Cartaginesi, dice la leggenda, irruppero nella città: il qual tempo risponde in vero alla occupazione dei sobborghi di Castrogiovanni (837). I genitori, col fanciullo e l'avanzo di loro facoltà, si rifuggirono in un Castel di Santa Maria; e vissero tranquilli, finchè una notte parve a Giovanni udir voce del Cielo che gli annunziasse cattività e missione di confortare nella fede cristiana i conservi suoi. A dodici anni, segnalandosi già nello studio delle sacre lettere, ed esercitandosi assiduamente nella preghiera, gli si cominciò a squarciare dinanzi agli occhi il velo del futuro: predisse come i nemici farebbero impeto nel castello; come il tale e il tal altro sarebbero uccisi. Ciò sembra raccontato dal Santo, provetto negli anni e professante ormai apertamente la profezia. Forse non era bugia del tutto: forse egli stesso avea creduto, e in parte credea, vedere con altri sensi che i mortali. La immaginativa sua nudrita di spavento dei Musulmani, di terrori religiosi, di calamità sovrastanti e continua intervenzione del Cielo, creò un fantasma, e le parve mandato da Dio; presentì, e le parve ispirazione; e avveratosi talvolta il presentimento, ciò parve irrefragabil prova dell'intuizione profetica. Avventuratosi ai vaticinii, il giovine non potea smettere; fatto uomo maturo li vedea tornare utili a sè medesimo e ad altrui; alle anime e ai corpi; alla Chiesa e allo impero: e mille esempii gli permetteano d'inorpellare la verità a buon fine, senza interesse; poichè agli uomini non pare interesse privato la vanagloria.
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