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      Il legame morale, massimo scopo della religione come pensavano i nostri padri latini, si vede rilasciato e inefficace. Inefficace nei costumi, nei quali si scopre sfrenamento delle passioni brutali e bacchettoneria, che per lo più vanno insieme. Inefficace nei rapporti politici, poichè la più parte della Sicilia spensieratamente piegava il collo ai Musulmani. Io non ho detto che sola causa di tanto infiacchimento fosse stata la religione, o quella che si tenea religione nel basso impero; ma affermo sì che la religione poco o nulla giovò a mantenere lo Stato di cui era solo elemento vitale. E veramente, nelle cronache e leggende dei primi tempi della guerra non v'ha vestigio di difesa nella quale avessero partecipato virilmente i ministri della religione; anzi veggiamo che i santi si affrettavano a fuggire dall'isola. Aiutò solo il sentimento religioso, quando le popolazioni disperate si sollevarono per altre cagioni; quando l'impero bizantino rinvigorito mandò eserciti; quando un nodo di popolazione, respirata l'aria della libertà, prese a mantenerla da sè stesso: e in questi eventi i preti e i frati ebber sempre parte secondaria; non surse tra loro un Pier l'Eremita nè un Savonarola. Di tali uomini non nacquero giammai nella società bizantina; la quale per ogni luogo traea sua vecchiezza tra i vizii che testè abbiamo notato nella popolazione cristiana di Sicilia al nono secolo, e che vedemmo in tutta l'isola nei tempi anteriori al conquisto. Qual fosse stata nel medesimo tempo la società musulmana nell'isola, mi ingegnerò a ritrarlo nel Capitolo primo del seguente libro.


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Storia dei musulmani in Sicilia
Volume primo
di Michele Amari
F. Le Monnier Firenze
1854 pagine 677

   





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