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      I dirhem che abbiamo dei califfi, ancorchč in tempi posteriori ad Omar, tornano in peso d'argento a sessanta centesimi di lira italiana pił o meno. Parmi che questo sia stato anco il valore che s'intendea sotto la denominazione di dirhem al tempo di Omar. Si puņ supporre che una giornata di lavoro presso i popoli stanziali di Arabia tornasse in quel tempo circa a due dirhem; poichč lo schiavo persiano il quale per vendetta uccise quel gran principe, sendo ito a chiedergli giustizia contro il proprio padrone che l'obbligava a pagare due dirhem al giorno, Omar gli avea risposto che mettendo su un molino a vento, avrebbe potuto vivere e soddisfare quel tributo.
      (149) Mawerdi, Ahkām Sultānīia, lib. XVIII, ediz. Enger, p. 345 seg. Ibn-el-Athīr, MS. C, tom. II, fol. 93, seg., sotto l'anno 15. Ibn-Khaldūn, Parte II, MS. di Parigi, Suppl. Arabe, 742 quinquies, tom. II, fol. 171 recto. Ho seguķto a preferenza Mawerdi, antico e rinomato scrittore di dritto pubblico. Le cifre son date con qualche divario da Ibn-el-Athīr e dagli altri compilatori moderni. Ma si ricava da tutti: 1° Che fossero scritti nei divani anche i fanciulli, le donne e gli schiavi; 2° Che vi fosse un minimum come noi diremmo, al quale avea dritto ogni persona di qualunque sesso, etą e condizione. Perciņ le pensioni pił grosse debbono riguardarsi in parte come retribuzione militare, o riconoscenza di meriti particolari, e in parte come quota dei guadagni comuni, appartenente ad ogni associato nella fraternitą musulmana.


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Storia dei musulmani in Sicilia
Volume primo
di Michele Amari
F. Le Monnier Firenze
1854 pagine 677

   





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