L'altra č di Pietro Diacono, monaco Cassinese, continuatore, come ognun sa, della cronica di Leone d'Ostia, compilatore delle vite degli illustri Cassinesi, e uomo erudito, che fu il principale autore o strumento della impostura di cui trattiamo. Costui dice che per comando dell'Abate ei si fe' a ripulire e racconciare la narrazione, e in fatto v'aggiunse i due episodii del 669 e 905. Leggonsi le due compilazioni presso il Gaetani, Vitę Sanctorum Siculorum, tom. I, p. 172 a 184, con le Animadversiones, p. 145 a 157, dove a p. 157 si trova per tenore il breve di Sisto V. Lo scrittore del breve tradisce un po' il segreto, noverando il rinvenimento delle reliquie di San Placido e Compagni tra le grazie di Dio, quę his calamitosis et truculentis temporibus christiano populo in dies largitur. Il Gaetani e altri han cercato di rattoppare i casi di San Placido e di Mamuca, dicendo che i corsari sbarcati a Messina forse erano Vandali, Goti, Avari ec. Resterebbe a provare come il principe di questi Barbari germanici o finnici si chiamasse in purissimo linguaggio arabo Abd-Allah.
I supposti documenti si trovano presso il Di Giovanni, Codex Sicilię Diplomaticus, p. 374, seg., sotto i numeri 11 a 20 e 22, 23, 26, 27, dei diplomi posti in appendice come dubbii o falsi. Il giudizio del Di Giovanni si vegga nelle note ai detti documenti, e segnatamente a p. 378; que' del Baronio e del Pagi negli Annales Ecclesiastici del primo, anno 541, § 27, 28, 29, e § 8 della Critica, an. 669, § 4; quello del Mabillon negli Annales Ordinis Sancti Benedicti, lib.
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