Su la giurisprudenza musulmana veggansi le introduzioni di D'Ohsson, Tableau général de l'Empire Ottoman; Hamilton, The Hedaya; e il testo arabo di Mawerdi, Ahkâm-sultâniia. Il barone De Slane ha fatto un bel quadro degli studii legali dei Musulmani nella Introduzione al primo volume della versione inglese d'Ibn-Khallikân, p. XXIII, seg. Veggansi altresì: M. Worms, Recherches sur la Constitution de la Propriété territoriale dans les pays musulmans, pag. 1, seg.; e M. Perron, Aperçu préliminaire al trattato di Khalîl-ibn-Ishâk nella raccolta intitolata Exploration scientifique de l'Algérie, Sciences historiques, tomo X.
(231) Baiân, p.87; ibn-Khaldûn, l. c., p. 94 a 96; e Nowairi, l. c., tomo I, p. 404. Nowairi, il solo che dia la misura di superficie resa da me aratata, dice coppia arante. Si tratta al certo di una misura geodetica; e però la ho resa con la voce aratata, che non si trova nei vocabolarii, ma ch'era in uso in Sicilia fino ai principii del nostro secolo, e indicava un po' vagamente una vasta estensione di terreno. Ho evitato la nota voce iugero, la quale etimologicamente risponderebbe all'arabico zeug del Nowairi, ma denota una misura agraria ben diversa. Il jugerum era la superficie da potersi lavorare in un dì con una coppia di buoi; e risponde a poco più di 25 ari di misura francese. Il zeug, detto oggidì in Algeria zuigia, e anche gebda (zouidja e djebda in ortografia francese), è misura varia secondo i luoghi, e risponde più o meno al terreno che un giogo di buoi può arare in una stagione.
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