II, them. 10 e 11; De administrando imperio, tomo III, cap. XXVII, p. 58, 118, 121. Non occorre avvertire che la nuova divisione in temi, ancorchè si ritragga dalle opere di Costantino Porfirogenito, risalisce senza dubbio all'ottavo secolo. Ai tempi di quel povero imperatore (911-959) occupata tutta l'isola dagli atei Saraceni, com'ei li chiama, non rimanea del tema siciliano che la Calabria. Ei lo confessa nell'opera De Thematibus, dove prudentemente passa sotto silenzio Napoli e Amalfi ch'eran già repubbliche indipendenti. Nell'altro libro De administrando imperio confonde i temi di Sicilia e di Longobardia, nominando sol questo ultimo, e dicendo che dopo Costantino il Grande vi si mandassero due patrizii, uno dei quali per la Sicilia, Calabria, Napoli e Amalfi, e l'altro che sedendo a Benevento, reggea Pavia, Capua e il rimanente. Soggiugne più innanzi che Napoli era l'antica capitale dei patrizii; e chi comandava Napoli, comandava alla Sicilia; e andato il patrizio a Napoli, il duca di Napoli veniva in Sicilia. Queste parole non provan altro che l'ignoranza dell'augusto compilatore o di chi fece il lavoro per lui. Oltre la discrepanza delle notizie date nell'opera De Thematibus, è evidente qui che si prenda per regola generale qualche fatto particolare, e si faccia uno strano miscuglio dei tre sistemi diversi; cioè quel di Costantino, quello dei temi e quello intermedio adottato da Giustiniano dopo il conquisto di Belisario. Al contrario, il nome del tema, la importanza strategica della Sicilia al tempo in cui si adoperò la novella divisione territoriale, e qualche esempio di comandi dati dal patrizio di Sicilia al duca di Napoli, mostrano che la parte primaria del tema fosse l'isola, e la capitale probabilmente Siracusa.
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