A creder mio, vi manca che i legati venivano dai due stati, aghlabita e edrisita, e che quest'ultimo avea commesso le ostilitą. Parmi infatti che per le accennate parole degli ambasciatori non si alluda alle guerre civili di Mamūn col fratello, come ha pensato M. Reinaud (Invasions des Sarrazins en France, p. 123, 124), ma piuttosto alle vicende della dinastia degli Edrisiti. Il fondator di essa morendo non lasciņ figliuoli; se non che una sua donna partoriva due mesi appresso (793) un bambino, per nome anche Edrīs, al quale i Berberi si accordarono di ubbidire; e fu salutato imam, ossia pontefice e principe, all'etą di undici anni. Al tempo dell'ambasceria ne avea venti; avea fondato la cittą di Fez, e cominciato a rassodare e allargare il dominio. A questo Edrīs convengono dunque i particolari anzidetti. A ciņ si aggiunga che Ibrahim-ibn-Aghlab dopo aver tentato, e forse non da senno, di spegnere questa dinastia rivale dell'abbassida, avea fatto con essa un tacito accordo, che durava ancora dell'813.
(370) Veggansi i cronisti citati da M. Reinaud, Invasions des Sarrazins en France, p. 121 e 122, e da Wenrich, Commentarium, lib. I, cap. III, §i 46, 47. La principale autoritą, fonte delle altre, č quella d'Einhardo, e degli Annales Laurissenses, che si veggano meglio in Pertz, Scriptores, tom. I, dall'anno 806 all'812.
Ibn-el-Athīr, MS. A, tom. I, fog. 140, sotto l'anno 206 (5 giugno 821 a 25 maggio 822), nota una scorreria del Musulmani d'Affrica in Sardegna, ove fecero preda, e talvolta vinsero, e talvolta furono rotti, ma alfine se ne andarono.
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