(371) Epistola di Leone Terzo, del 7 settembre, citata a p. 224, in nota.
(372) Einhardus, presso Pertz, Scriptores etc., tom. I, p. 199. Questo cronista, copiato dai susseguenti, riferisce all'812 i raccontati avvenimenti, non esclusa la distruzione "quasi totale" dell'armata che assalģ la Sardegna. Ma l'epistola di Leone Terzo dell'11 novembre, citata a p. 224, in nota, porta positivamente il naufragio nel giugno della 6a indizione, che fu dell'813. D'altronde si puņ dubitare se gli assalitori di Nizza fossero stati gli stessi di Civitavecchia, e gli uni o gli altri Spagnuoli, ovvero dell'Affrica occidentale.
(373) Nella citata epistola di papa Leone dell'11 novembre, dopo essersi fatto menzione della lettera del cristiano d'Affrica, si aggiugne: Et hoc factum est mense junio, quando illud signum igneum, tamquam lampadam in clo multi viderunt. Non si ritrae dove si trovassero quei multi, e se tutti in una stessa regione.
(374) Epistola di Leone Terzo data il 7 settembre, citata di sopra. In questa gli assalitori son chiamati sempre Mauri. Nella epistola seguente si dą sempre il nome di Saraceni ai Musulmani dello stato aghlabita.
(375) Veggasi la nota 1, p. 225.
(376) Secondo la epistola di Leone Terzo, gli ambasciatori erano venuti in navigio Veneticorum, et sic veniendo combusserunt igne navigia quę de Spania veniebant.
(377) Veggasi il presente libro, cap. VI, p. 148-149. Il narratore č un Soleimān-ibn-Amrān, e lo squarcio della narrazione si legge nel Riadh-en-nofūs, MS., fog.
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