(417) Il fatto della elezione e di chi la consigliava si legge nel Riadh-en-nofūs, MS., fog. 28 recto. Vi si nota altresģ che avanti Ased e Abu-Mohriz non si fossero mai visti due cadi a un tempo in una capitale. Parmi che nč anco se ne incontri esempii altrove. Vi furon bene nei tempi posteriori in una stessa cittą quattro cadi, ma delle quattro scuole diverse che viveano insieme in pace. Il Baiān, tomo I, p. 89, porta anco la destinazione di Ased a cadi l'anno 205, e la novitą dell'esempio.
(418) Harun-Rascid riordinņ la magistratura e istituģ il Kadi-'l-Kodā, ossia cadi dei cadi, supremo giustiziere dello Stato, sedente nella capitale. Verso quel tempo i magistrati e giuristi ebbero una divisa lor propria. Veggasi Hamilton, Hedaya, tom. I, p. XXXIV.
(419) Al dire d'Ibn-el-Athīr, MS. A, tomo I, fog. 29 verso, il califo Mehdi, nella fierissima sua persecuzione contro i Zindīk in Oriente, creņ un inquisitore apposta, intitolato Sāheb-ez-zenādika, l'anno 198 (794-5). Furonvi molti mandati al patibolo e gran copia di libri dati alle fiamme. Zindīk significa in generale miscredente, scettico, ateo; ma par che in principio questa appellazione siasi data ai Manichei, forse anche ai Guebri, e si vuole nata dal nome del linguaggio zend e del libro sacro degli antichi Persiani, il Zendavesta.
(420) Riadh-en-nofūs, MS., fog. 29 recto. Quivi si nota che i due cadi seguirono la opinione dei giuristi dell'Irak e l'altro consultore quella dei giuristi di Medina. Que' discepoli di Malek si appigliarono dunque alla decisione pił mite di Abu-Hanīfa pił tosto che a quella del loro maestro.
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