Fu veramente un giovedì. Il Rampoldi fa combattere due battaglie navali in questo passaggio; la origine del quale errore si vegga nel capitolo seguente, p. 287, nota 2.
(443) Nowairi, loc. cit.
(444) Riadh-en-nofûs, MS., fog. 28 verso; Ibn-Khaldûn, Histoire de l'Afrique et de la Sicile, pag. 106. M. Des Vergers, secondo il MS. di Parigi ha tradotto questo passo: "Les Arabes se tenaient d'abord (par défiance) a l'écart du chef de l'île et des Grecs de son parti; mais s'étant ensuite réunis, ils mirent en fuite Palata et son armée, dont ils pillèrent tous les bagages." Ma la lezione del MS. di Parigi è manifestamente erronea, e va corretta con quella di un MS. di Tunis, del quale io ho alcuni estratti. Indi convien tradurre: "Il Palata venne alle mani con gli Arabi; i quali fecero mettere in disparte il capo (Eufemio) e tutti gli altri Greci che (insieme con lui) li avean chiamato in aiuto contro il Palata e sua fazione. Sconfitto il Palata e i suoi, gli Arabi fecero bottino della roba loro, e il Palata fuggissi."
Ibn-el-Athîr e Nowairi dicon solo del comando dato di mettersi in disparte: e l'ultimo aggiugne che Ased "non volle aiuto da lui." Questa è la frase che il Di Gregorio, guastando testo e versione francese, rese in latino: eorum etenim fidem expertus non fuerat.
Secondo il Riadh-en-nofûs, la divisa fu un poco di Hascisc, che in generale significa "erba secca," e anche pianta.
(445) Soleiman-ibn-Sâlem, presso il Riadh-en-nofûs, loc. cit., con la salvaguardia d'un "si dice." Replicarono questa esagerazione.
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