Tuttavia vi si scoprono le lettere s h rina, s m rina, sci m rina, o simili. Tra coteste lezioni io ho preferito l'ultima 1° perchè la cronica dà a questo luogo il titolo di città; 2° perchè altra non se ne trova in Sicilia, antica nè moderna, da potersi adattare quelle lettere al suo nome; 3° perchè Camerina giaceva a poca distanza da Ragusa; 4° perchè, non ostante la nota distruzione di Camerina in tempi antichissimi, sappiamo che i Romani tentarono di ripopolarla, e le vestigia della città non sono per anco dissipate, nè il nome. Il nome di Camerana resta oggidì alla palude, a un fiumicello e ad una torre. Grandi avanzi di fabbriche vi erano tuttavia nel XVI secolo, quando, al dir di Fazello, testimonio oculare, furono tolte per costruire Terranuova. Pertanto mi pare probabile che nell'853 un po' di popolazione soggiornasse, o fosse corsa a rifuggirsi tra quelle rovine, difese dalla palude. Si potrebbe anco aggiungere il ricordo di due vescovi di Camerina nei principii del VI secolo; ma è dubbio se si tratti di Camerino nella Marca d'Ancona, come vuole l'Ughelli, ovvero di Camerina in Sicilia: su di che si vegga il Pirro, Sicilia Sacra, edizione del Mongitore, tomo I, p. 510.
Quanto a Butera, la Cronica di Cambridge, presso Di Gregorio, Rerum Arabicarum, p. 42, la dice non venuta a sì tristo accordo, ma presa; nè tra l'uno e l'altro fatto corre molto divario. La detta cronica lo porta nell'anno 6362, cioè dal 1° settembre 853 al 31 agosto 854, che risponde a un di presso alla data del 239 dell'egira che troviamo nel Baiân. Butera è stata creduta la Hybla Hærea, ovvero il Mattorium degli antichi; ma senza buone ragioni, com'ho accennato nel testo, giudicando la epoca delle fabbriche di Butera, su i ragguagli che ne trovo nei libri, e su quel che ne ho inteso.
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