Ma l'anonimo compilatore confessa (cap. LXXI, p. 313) non esser punto certo della cronologia. Io l'ho corretto con la scorta delle autorità musulmane e italiane che citerò nelle note seguenti.
(729) Theophanes continuatus, lib. V, cap. LXII, p. 303. Che sia la stessa armata veduta da Elia nel porto di Palermo mi par supposizione necessaria.
(730) Baiân, tomo I, p. 110.
(731) La Continuazione di Teofane dà il solo nome Nasar. Nella Vita di Santo Elia l'ammiraglio è chiamato Basilio Nasar; ma dubito che il nome di Basilio sia quello dell'imperatore, aggiunto a Nasar per errore del MS. o della versione. Nasar è nome semitico. Da ciò, e dall'avere l'ammiraglio chiesto rinforzi di Mardaiti, argomento che appartenesse a questa gente, così chiamata dagli Arabi perchè si ribellò da loro. Erano Cristiani del Libano, della setta che si addimanda Maronita.
(732) Di questa sconfitta dell'armata musulmana d'Affrica e di Sicilia abbiamo testimonianze diverse, che non è difficile a mettere d'accordo.
La Continuazione di Teofane, l. c., cap. LXII, dà il numero delle navi africane; il tempo vagamente e con errore; il luogo anche vagamente; ma dice che il nemico scorresse i mari di Cefalonia e Zante, e che Nasar uscisse da Modone, e tornassevi dopo la vittoria, e poi, chieste istruzioni a Basilio, venisse in Palermo. La epistola di Giovanni VIII, del 30 ottobre, 19a indizione (dal 1° sett. 880 al 31 ag. 881), dando a Carlo il Calvo le nuove dei Greci e Ismaeliti, dice: quia Græcorum navigia in mari Israelitarum victorisissime straverunt phalanges; ed è evidente che debbasi leggere Ismaelitarum.
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