Forse il compilatore lesse male i testi, che riferissero due tradizioni diverse, ovvero portassero il numero dei morti in battaglia, e poi il totale, compresivi i prigioni; o che so io. Si accenna inoltre la fuga dei Cristiani dalle terre vicine ai Musulmani, che si deve intendere delle Calabrie, e sopratutto di Reggio, secondo le testimonianze della Cronica di Cambridge e di Erchemperto. Chronicon Cantabrigiense, presso Di Gregorio, Rerum Arabicarum, p. 43; ove si porta a 5000 il numero degli uccisi, la battaglia a Milazzo e la data del 6397 (1 settembre 888 a 31 agosto 889). Similmente, Ibn-Abbâr, nello squarcio di cui si farà menzione nella nota seguente, parla della "battaglia di Milazzo." Erchemperto, Historia, cap. LXXXI, la suppone nello stretto di Messina. Il Rampoldi, Annali Musulmani, anno 888, scrive così: "Terminò i suoi giorni in Palermo l'emir Iakoub figliuolo di Ahmed, della casa di Aghlab, uno dei comandanti generali in Sicilia, e governatore di Messina. Aaroun el Khams gli succedette nel governo dei Musulmani di quella città." Ignoro donde egli abbia potuto trarre questa seconda notizia. La prima mi pare arbitraria correzione di ciò che scrisse erroneamente il Nowairi.
(758) Ibn-Abbâr, MS. della Società Asiatica di Parigi, fog. 36 recto.
(759) In miglia siciliane secondo la carta geografica. È notevole che Edrisi dà appunto la stessa distanza in miglia arabiche che rispondono alle siciliane. Nel secolo passato, la distanza si ragionava 13 miglia, certamente per altra strada meno malagevole.
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